Alfabeto simbolico degli animali (L')

Riferimento: 9788879848770

Editore: Luni Editrice
Autore: Zambon Francesco
Collana: Medievalia
In commercio dal: 08 Marzo 2024
Formato: Libro in brossura
EAN: 9788879848770
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Descrizione

Tutto questo mondo sensibile è come un libro scritto dalle mani di Dio, cioè creato dalla potenza divina, e le singole creature sono come figure, non inventate dall'arbitrio dell'uomo ma istituite dalla volontà di Dio per manifestare e indicare la sua invisibile sapienza»: così scriveva all'inizio del XII secolo Ugo di San Vittore, sintetizzando la concezione medioevale e cristiana del mondo sensibile come simbolo di realtà spirituali, come alfabeto spirituale. Gli animali sono fra queste lettere o figure che spetta agli uomini decifrare: anzi sono forse le più cariche di senso e le più misteriose, quelle che - come affermava lo pseudo Dionigi Areopagita - ci iniziano alle più alte rivelazioni divine. Non sorprende perciò la straordinaria diffusione delle raffigurazioni animali in tutte le espressioni artistiche del medioevo: scultura, pittura, letteratura... A questa sacra zoologia era anche dedicato un genere specifico: quello dei bestiari, in cui i racconti naturalistici, spesso di carattere fantastico, erano seguiti da interpretazioni allegoriche. Nei bestiari gli animali sfilano davanti a noi in un simbolico corteo svelandoci il loro significato segreto. Il presente saggio è diviso in due parti: la prima illustra i presupposti teorici del bestiario, ricostruendone la teologia attraverso le dottrine ermeneutiche dei pensatori cristiani. Nella seconda parte il lettore viene trasportato in un viaggio affascinante attraverso alcuni dei più significativi emblemi animali della tarda antichità e del medioevo, indagandone i significati e le trasformazioni. Incontriamo così la vipera parricida e matricida, il Libro dei mostri, la colomba argentata, i bestiari divini di sant'Antonio e di Cecco d'Ascoli - fino a giungere alla zoologia erotica del Bestiario d'amore di Richard de Fournival e di Giacomo da Lentini e al grande mito di Laura-fenice sviluppato da Petrarca nel Canzoniere.