Sulla fede nella scienza

Da: Danilo - Categoria: Danilo Zanetti editore
Sulla fede nella scienza

A cura del Prof. Marcuglia Daniele.

Il saggio di Lamberto Zanetti inizia un po’ in sordina, chiedendosi cosa sia in filosofia la verità ed in particolare mettendo sotto critica quella che viene ritenuta, anche ‘in seguito a scambi dialettici capitati con più persone’, il positivismo o per meglio dire il moderno positivismo innalzato ai nostri giorni a dogma, ovvero lo scientismo.

Fin dal primo capitolo appare però la solidità critica del nostro autore che applica una indagine problematica del concetto di scientificità odierna e di verità, basandosi prevalentemente sulla grande analisi che ne hanno fatto due maestri della filosofia del ‘900 come T. W. Adorno ed E. Severino.

Seguendo infatti lo sviluppo fondamentale di questi due fondamentali filosofi contemporanei, Zanetti ricostruisce il dibattito dialettico riguardo a queste grandi questioni che vanno a toccare l’essenza della riflessione umana, in quanto va ad indagare non solo ‘cosa sia scienza’ e ‘cosa sia filosofia’, ma in generale quale sia il fondamento conoscitivo nel nostro tempo dominato dallo sviluppo tecnologico ma privato altresì della grande riflessione ontologica che aveva guidato la filosofia per secoli.

L’analisi di Zanetti presenta un aspetto fondamentale che può essere visto da una parte come un limite ma che risulta infine come un pregio, ossia che lo sviluppo non si inoltra se non di rado per costruzioni filosofiche personali, ma segue i binari tracciati più volte da Adorno e da Severino e che pertanto lo sviluppo del saggio denota una fondamentale chiarezza nelle questioni affrontate che secondo noi dovrebbe essere la qualità primaria di un saggio filosofico: chiarire non significa certo ‘semplificare’ né peggio ‘banalizzare’ ma indica un rigore logico ed espressivo costante dall’inizio alla fine.

Leggendo l’opera con attenzione appare anche verso la fine quella che ci appare come la questione fondamentale del nostro tempo, ossia il dominio della tecnoscienza che sta stra-volgendo l’uomo verso altri esiti ed altri fini, se ha ancora senso oggi parlare di fini. Anche questo aspetto viene trattato sinteticamente ma con linearità dal nostro autore, anche se forse si poteva aggiungere un riferimento a quella che negli ultimi anni sembra un aspetto primario e sconvolgente dei nostri giorni come la questione dei ‘big data’ e del ‘metaverso’ ma va anche detto che probabilmente tali questioni avrebbero portato l’autore ad uscire dal proprio seminato in quanto queste questioni non potevano essere affrontate nelle loro opere da Adorno e Severino.

Per concludere possiamo affermare che se il saggio era, come detto, partito all’inizio un po’ in sordina, nel corso dello svolgimento è presente un crescendo continuo che come una sinfonia coinvolge il lettore pagina dopo pagina in una analisi sempre più matura e convincente.

Insomma, Zanetti non è Zizek, e per fortuna della chiarezza e della leggibilità

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