Antivita di Italo Svevo

Riferimento: 9788884199287

Editore: Aragno
Autore: Maurizio Serra
Collana: Biblioteca Aragno
In commercio dal: 13 Novembre 2017
Formato: Libro
EAN: 9788884199287
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Descrizione

Protagonista indiscusso della modernità, Italo Svevo (1861-1928) continua a rappresentare un enigma, sfuggito finora anche alle più attente indagini biografiche. Uomo dalle molteplici identità, ebraica, triestina, italiana, racchiuse per due terzi della sua vita nell'uniforme impeccabile del figlio di una Mitteleuropa al tramonto, Svevo è in realtà un sovversivo che non accetta alcun dogma: dalla religione alla scienza, dalla psicanalisi al patriottismo. Sempre in lotta come Charlot contro 'ordigni' e 'rane' che lo assediano ogni giorno, è un nemico giurato della retorica e dei buoni sentimenti. La metafisica lo annoia, il lirismo lo lascia freddo, l'epica lo irrita, il sacrificio non fa per lui. Eppure, questo apolitico professo ha affidato al finale de La coscienza di Zeno una delle più alte e profetiche allegorie della guerra civile europea. L'antivita di Svevo si cela nella sua opera sfuggente, sinuosa, breve se misurata sul metro delle principali odissee letterarie del Novecento, che tuttavia non si finisce mai di esaminare nei suoi mille anfratti e interstizi. Come Borges, a lui affine per tanti versi, Svevo non sopporta l'esposizione in piena luce. Ma, a differenza di Borges, vede benissimo anche al buio. Non lascia impronte digitali ma semina oculatamente indizi. All'atto in cui sembra darci l'illusione di averlo stanato, riesce a nasconderci qualcosa, forse l'essenziale, che non è finzione. Quando rispose a un giovane amico inglese che il primo dovere di uno scrittore è la sincerità, Svevo era sincero. Questo libro, frutto di una lunga e minuziosa indagine documentaria sullo scrittore, il suo ambiente e la sua epoca, si propone di raccogliere la sfida, capovolgendone le premesse. Serra ci invita ad accompagnarlo alla scoperta di quell'antivita, che per il commerciante e industriale Ettore Schmitz non fu soltanto la prigione, ma la condizione per rigenerare Italo Svevo e condurlo all'ultima straordinaria stagione creativa. Se il notabile ha frenato a lungo l'artista con il quale coabita, esiste nondimeno fra loro una ben rodata complicità. Entrambi sono intelligenti e astuti, amano l'ordine e diffidano del pathos. Spetta a noi capire questa intesa e rivelarla nella misura del possibile. Allusivo, felpato, Ettore-Italo manterrà intatta, fino alla proverbiale ultima sigaretta rifiutatagli dai medici sul letto di morte, la sua fede ironica ma autentica nell'uomo, convinto che la salvezza non sia garantita dalla volontà che vacilla, bensì dall'intelligenza che scruta.