Utilizzo, migrazione ed estinzione dei soprannomi istituzionali nell'Anconetano tra eredità e memetica

Riferimento: 9788879694346

Editore: Andrea Livi Editore
Autore: Cesare Baroni Urbani, Maria L. De Andrade
In commercio dal: 2019
Pagine: 162 p., Libro in brossura
EAN: 9788879694346
30,00 €
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Descrizione

Definiamo soprannomi istituzionali tutti quei soprannomi che compaiono in un certificato ufficiale, anagrafico o notarile. Nell'Anconetano, conosciamo un solo soprannome istituzionale del secolo XIII, due del secolo XIV, ma è dal XV che il loro uso comincia a essere più frequente. Molti dei soprannomi più antichi si trasformarono in cognomi nel Settecento. Altri continuarono a essere usati in apposizione al patronimico e, malgrado il loro uso continuato nella lingua parlata, scompaiono gradualmente dai rogiti e dai registri anagrafici dopo il 1950. Prima di questa data, l'uso dei soprannomi nei documenti parrocchiali dipende dalle attitudini del parroco. Per questo studio abbiamo trascritto 3.728 soprannomi istituzionali ricavati dai certificati di morte tra il 1700 e il 1950 in 14 parrocchie dell'Anconetano. Escludendo le ripetizioni e le varianti ortografiche e fonetiche, per il nostro studio abbiamo selezionato 1.406 soprannomi istituzionali diversi. Un grafo isomorfico i cui vertici sono connessi dai valori del coefficiente di coesistenza di Jaccard, calcolato sulla presenza/assenza dei soprannomi, mostra 80 connessioni tra gli apici, su di un totale di 91 possibili. Diversi tipi di soprannomi, come «Fattore» o «Zoppi», derivano dalla professione o da tratti fisici del portatore. Eliminando questi e altri soprannomi banali che potrebbero essere stati ideati indipendentemente in popolazioni diverse, rimangono 68 connessioni tra popolazioni.